giovedì 17 aprile 2008

fabrizio de andrè

Domenica delle SalmeFabrizio De AndréF. De André
( 1990 )
Tentò la fuga in tramverso le sei del mattinodalla bottiglia di orzatadove galleggiava Milanonon fu difficile seguirloil poeta della Bagginala sua anima accesamandava luce di lampadinagli incendiarono il lettosulla strada di Trentoriuscì a salvarsi dalla sua barbaun pettirosso da combattimento.I polacchi non morirono subitoe inginocchiati agli ultimi semaforirifacevano il trucco alle troie di regimelanciate verso il marei trafficanti di saponettemettevano pancia verso estchi si convertiva nel novantaera dispensato nel novantunola scimmia del quarto Reichballava la polka sopra il muroe mentre si arrampicavale abbiamo visto tutto il culola piramide di Cheopevolle essere ricostruita in quel giorno di festamasso per massoschiavo per schiavocomunista per comunista.La domenica delle salmenon si udirono fucilateil gas esilarantepresidiava le strade.La domenica delle salmesi portò via tutti i pensierie le regine del tua culpaaffollarono i parrucchieri.Nell'assolata galera patriail secondo secondinodisse a "Baffi di Sego" che era il primosi può fare domani sul far del mattinoe furono inviati messifanti cavalli cani ed un somarod annunciare l'amputazione della gambadi Renato Curcioil carbonaroil ministro dei temporaliin un tripudio di tromboniauspicava democraziacon la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni- voglio vivere in una cittàdove all'ora dell'aperitivonon ci siano spargimenti di sangueo di detersivo -a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andradeeravamo gli ultimi cittadini liberidi questa famosa città civileperché avevamo un cannone nel cortile.La domenica delle salmenessuno si fece maletutti a seguire il feretrodel defunto idealela domenica delle salmesi sentiva cantare- quant'è bella giovinezzanon vogliamo più invecchiare -.Gli ultimi viandantisi ritirarono nelle catacombeaccesero la televisione e ci guardarono cantareper una mezz'oretta poi ci mandarono a cagare-voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchiocon i pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchiovoi che avete cantato per i longobardi e per i centralistiper l'Amazzonia e per la pecunianei palastilistie dai padri Maristivoi avevate voci potentilingue allenate a battere il tamburovoi avevate voci potentiadatte per il vaffanculo -La domenica delle salmegli addetti alla nostalgiaaccompagnarono tra i flautiil cadavere di Utopiala domenica delle salmefu una domenica come tanteil giorno dopo c'erano segnidi una pace terrificantementre il cuore d'Italiada Palermo ad Aostasi gonfiava in un corodi vibrante protesta.

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